Aspetti generali |
Nei primi anni '60 inizia in Italia la produzione di calcestruzzo preconfezionato, con molto ritardo a confronto degli altri principali paesi (Germania, Danimarca, Norvegia,Gran Bretagna, Svezia). Il rapido ampliamento della base produttiva registrato alla fine degli anni '60 e proseguito negli anni '70 va ascritto in larga misura all'ingresso nel settore di numerosi “cavatori” di inerti, desiderosi di accrescere il valore aggiunto delle loro produzioni e, nel contempo, timorosi di venire spiazzati dal calo della domanda di inerti da parte delle imprese di costruzioni, che iniziavano a ridurre il ricorso all'autoproduzione in favore del calcestruzzo preconfezionato. E' tra gli anni '80 '90 che il settore del calcestruzzo preconfezionato è contrassegnato da un vasto processo di ridefinizione degli assetti produttivi, con l'ingresso dei gruppi cementieri nella produzione del calcestruzzo. In Italia il livello di produzione del calcestruzzo preconfezionato supera quello degli altri paesi europei. Ciò è principalmente attribuibile all'elevata disponibilità naturale della materia prima (inerti), unitamente alla vigenza di una legislazione ambientale non ancora sufficientemente vincolante, esistente, viceversa, in Germania ed in Francia. Tenendo conto delle caratteristiche tecno-economiche del prodotto, il mercato del calcestruzzo, ha dimensioni prettamente locale e non nazionale, ha una dimensione geografica limitata pari a un raggio d'azione di 30/40 Km rispetto allo stabilimento di produzione, in ragione delle caratteristiche di deperibilità del prodotto dovute alla rapidità dei tempi di solidificazione, nonché in relazione alla sua limitata trasportabilità. |
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Ultimo aggiornamento ( mercoledì 23 gennaio 2008 ) |